Demetrio Sherazade. La sua voce calda, articolata, fantasiosa, profonda ha continuato ad accompagnarmi su mille palcoscenici, anche se lui se ne era già andato. Infatti l'ho conosciuto solo qualche anno prima del fatidico 1979 perchè grande amico di Gianni Sassi, con cui sarei andata a vivere di lì a poco.
Ricordo bene la prima sera a casa di Demetrio e Daniela sua moglie: architetti tutti e due, attorniati da un mondo di raffinatezze liberty fatto di bambole, specchi, mobili e lampadari di cui entrambi erano ghiotti. E ricordo gli incontri di lavoro fatto insieme per le milleuna di Nanni Balestrini: grandi discussioni e grandi risate, e poi anche molte riflessioni per riuscire a trovare un modo nuovo e moderno di affrontare il tema sesso declinato al maschile e al femminile.
Idea, titolo e proposta sono state di Nanni che, invitato al festival Sex-poetry allo spazio Out-off di Milano a scrivere un testo con attinenza al sesso appunto, ha pensato alle mille parole più una, cioè dieci blocchi continuamente ripetuti di cento parole ognuno.
E così è nata questa "Sherazade al maschile": voce che si fa sensualità pura, che accarezza, manipola, stravolge il corpo femminile, senza mai toccarlo. A sua volta il corpo danzante presenza inevitabile, materica e tangibile, cerca di farsi algido e lontano.
Grande fortuna incontrare due artisti, Stratos e Balestrini, geniali e fuori dalle mode, grande fortuna toccare con mano la grande curiosità e determinazione di Demetrio nel cercare quello che il nostro affannoso progresso dimentica: una comunicazione fisica quindi vocale e corporea che si affianchi alla tecnologia sempre crescente.
Valeria Magli