Nel gennaio 1991 stavo preparando per conto di una rivista milanese un lungo articolo per ricordare la figura di Demetrio Stratos. Data la comunanza artistica tra Stratos e Cage avevo pensato di chiedere al compositore americano un ricordo di Demetrio, ma non avevo idea di come raggiungerlo, né francamente pensavo che Cage, allora impegnato nella stesura di numerose composizioni, trovasse il tempo e la voglia di rispondermi. Tramite il grande fotografo Roberto Masotti, stretto collaboratore di Cage in numerosi progetti, sono riuscito ad avere il suo indirizzo e gli ho scritto, chiedendogli poche righe.
Incredibilmente, dopo neanche un mese mi è stato recapitato nella cassetta della posta il mesostico che vedete ora qui riprodotto. Si tratta di una vera e propria biografia in pillole della vita di Demetrio, in cui Cage fa chiaramente riferimento alla straordinaria estensione vocale di Stratos, nonché alla scoperta delle tecniche vocali dei suoni multipli da lui usate, simili a quelle che si ritrovano nei canti dei
pastori rnongoli e tibetani (da qui il riferimento al Tibet) e che sono servite al grande cantante per uscire «nello spazio vocale», come scrive giustamente il maestro americano.
L'anno seguente ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Cage a Ferrara,dove il festival «Aterforum» gli aveva dedicato una bellissima panoramica. Ricordandogli I'invio di quel biglietto volli ringraziarlo per la squisita gentilezza che mi aveva dimostrato.
Cage sorrise e dopo un breve silenzio disse; «Demetrio era un artista unico». (Carlo Boccadoro)
Testo tratto da AA.VV. JOHN CAGE, a cura di Gabriele Bonomo e Giuseppe Furghieri, Riga 15, ed.Marcos y Marcos, Milano 1998.